Ma anche no. Figuriamoci se io potrei accettare di essere valutata da una Gelmini qualunque. Andiamo per ordine. Questo l’estratto della proposta ministeriale, presentata alle scuole di Torino e Napoli già alla fine dello scorso anno, attraverso gli uffici provinciali,e dalle scuole prontamente rifiutata.
Il progetto sperimentale prevede la valutazione dei singoli insegnanti da attuare nel corrente anno scolastico,
coinvolgendo 15 scuole di Milano e Cagliari (Torino e Napoli hanno gentilmente declinato l’invito)
concedendo una mensilità di premio al 20% dei docenti tra quelli che ne fanno domanda e che hanno ottenuto il miglior piazzamento.
Ma chi provvederà ad assegnare il premio? Il nucleo dei “valutatori” sarà composto dal dirigente e da due docenti eletti con voto segreto dal collegio dei docenti “supportati” dal presidente del consiglio d’Istituto (che, ricordiamo, è un genitore).
Quali saranno gli indicatori?
1. Curriculum,
2. scheda di autovalutazione (???)
3. attività connesse al profilo dei docenti previste dal contratto vigente
4. apprezzamento da parte di genitori e studenti
Cioè facciamo un esempio terra terra: la mia capacità di insegnare inglese potrebbe essere valutata da 2 colleghi che non conoscono la lingua, ignorano (legittimamente, anche) i principi della didattica per la lingua straniera, e magari con uno di loro ho un contenzioso per questioni politico/sindacali e/o personali. E non dimentichiamo che questo allegro trio avrà la facoltà di elargire – o negare – denaro, soldi, money, dinero – pochi, per la verità – ma sempre denaro pubblico.
Ma poi: LORO a chi rispondono? A nessuno. Proprio così.
Ma non è tutto.
Figuriamoci se io non sarei favorevole alla valutazione, SOGNO DA SEMPRE che un organismo superiore, CHE NE SA PIU’ DI ME, mi valuti. Sono certa di prendere dei bei voti!
Ma:
– con questa struttura e le risorse che ci ritroviamo a seguito di provvedimenti ministeriali che costringono gli insegnanti a improvvisare soluzioni di emergenza (più alunni, meno insegnanti, classi più numerose, meno insegnanti di sostegno);
– con un’organizzazione scolastica che fa acqua da tutte le parti (provveditorati lenti e inefficienti, reclutamento da rivedere tout court, differenze di contesto a volte drammatiche fra zona e zona, tagli di risorse da parte degli enti locali, sciatteria normativa, che ad. es. prevede gli aumenti solo per il 20% dei “bravi” – e se i bravi sono di più cosa facciamo? Li giochiamo ai dadi?… No facciamo le graduatorie. Ah altre graduatorie…)
cioè in questo modo superficiale e raffazzonato, farsi valutare significa non avere rispetto di sè stessi!
Io non mi faccio valutare da chi ne sa meno di me, ma soprattutto SENZA criteri chiari e condivisi, da una commissione valutante ristrettissima e blindata, e senza aver chiarito come deve essere l’insegnante desiderabile (e se esiste, prima di tutto, e chi lo decide).
E’ una riflessione che va fatta e io INSISTO perché il paese si impegni in questa riflessione. DOPO mi farò valutare senza problema.
E last but not least:
PRIMA si adegui il salario agli standard MINIMI europei (700 euro di aumento secco per TUTTI) POI facciamo partire la valutazione (una cosa seria però) alla quale legare la carriera e tutti i successivi aumenti di stipendio.
Anzi, a chi accusa gli insegnanti di essere dei fannulloni rispondo che:
Per 1300 euro al mese molti di noi stanno facendo anche troppo, chi fa solo il minimo sindacale fa già tanto!
Personalmente ho sempre lavorato il triplo delle ore previste, e nelle scuole dove ho insegnato io la maggior parte lavora così.
Ma farsi prendere in giro no!
Se non abbiamo, noi, rispetto per noi stessi cosa vogliamo insegnare ai nostri alunni? Se non è chiaro a noi che il settore è strategico chi lo deve capire? Il legislatore leghista? Se non abbiamo la coscienza dei nostri diritti, e il coraggio di lottare, fanno bene a umiliarci con queste oscene proposte (d’altra parte, permettetemi una facile battuta, l’oscenità è di casa in questo governo).